IKUSA NO KO (いくさの子)

Oda Nobunaga già nell'utero della madre aveva udito il richiamo della battaglia. Sin dalla nascita, ogni singolo istante è stato un continuo lottare e combattere. Per Nobunaga, il campo di battaglia è stato come una culla. E dalla battaglia ha appreso tutto ciò che sa. Senza alcun dubbio, Nobunaga si potrebbe definire un "figlio della battaglia"

Titolo Completo: Ikusa No Ko – Oda Saburo Nobunaga Den

(Il Figlio della Battaglia – La Leggenda di Oda Saburo Nobunaga – いくさの子 織田三郎信長伝)

Storia: Kitahara Seibo   Disegni: Tetsuo Hara

Copertina del primo volume originale Giapponese

In questa nuova serie storica, che ha richiesto 4 anni di preparazione da parte dello sceneggiatore Kitahara Seibo, si narrano le vicende legate alla giovinezza di Oda Nobunaga,  argomento sul quale si possono solo fare speculazioni, poiché sono pochi i documenti che trattano questo aspetto. La serie, lanciata sul mensile Comic Zenon a partire dal 25 ottobre 2010, dopo un breve preambolo sugli ultimi istanti di vita di Nobunaga, inizia la narrazione proprio dall’infanzia di questo leggendario condottiero.

Il Nobunaga storico

a cura di Kenrico

Oda Nobunaga, nasce a Nagoya il 23 giugno 1534 ed é la figura di spicco dell’Epoca Sengoku (stati combattenti).
Il suo intervento farà sì che il Giappone ritrovi una pace che è andata perduta da molto tempo. L’epoca Sengoku aveva preso infatti il via nella seconda metà del 1400 con origine dalla famosa guerra Onin che aveva messo contro le fazioni dell’est e dell’ovest per la supremazia al comando (da sottolineare come le redini del paese in quel periodo erano solo formalmente nelle mani dell’impero ma concretamente si concentravano in quelle dei signori feudali). Lo shogunato degli Ashikaga (al comando dal 1338) si era spaccato in due per schierarsi dalla parte dell’una e dell’altra fazione. Le azioni di guerra erano perdurate per 11 anni e l’instabilità del governo centrale, diviso in fazioni, aveva fatto cadere il Giappone in un periodo di caos senza precedenti. Proprie di quest’epoca sono le espressioni “L’inferiore trionfa sul superiore”; “Il forte mangia il debole”; “Allearsi e combattere”. In questo stato di confusione e caos si muove Oda Nobunaga. La sua potenza militare era riconosciuta da tutti, il suo valore e la sua astuzia avevano radunato nel suo esercito i migliori capi militari del paese. Molti nemici si posero contro di lui per riuscire ad ostacolare la sua avanzata militare. I diretti contendenti Takeda Shingen (1521-73) e Kenshin Uesugi (1539-78) cessarono le lotte per la supremazia locale delle loro casate per rivolgere attacco al figlio della battaglia.
Per primo Shingen, appoggiato dallo Shogun, riesce a sconfiggere le truppe di Nobunaga nel l573 presso Mitakagahara. Ben presto però la coalizione tra lo Shugo e lo Shogun finiranno per destabilizzare l’assetto militare dell’esercito Takeda che sarà sconfitto dalla sferzata strategica di Nobunaga nel portare sul campo di battaglia i tanegashima (fucili a lunga ricarica) ed utilizzarli in maniera alternata su 3 file di soldati. Takeda Shingen, tuttavia, non morirà nell’assalto di Nobunaga ma si spegnerà a causa della malattia che grava sul suo corpo (per ben 3 anni però la sua morte verrà tenuta nascosta per non sfaldare l’alleanza tra l’esercito locale e quello Shogunale). La morte di Shingen da un lato segna la presa di coscienza di Nobunaga che ormai lo Shogunato Ashikaga é finito e dall’altro l’insorgere della collera dello Shugo di Echigo, Uesugi Kenshin. Il suo animo di valoroso uomo d’arme non può accettare che il rivale sia morto per una causa tanto ignobile come la malattia e, sia per riuscire a dare degna pace al corpo di Takeda che per riuscire a sconfiggere l’unico che si frapponeva ancora tra lui ed il suo sogno di dominio nazionale, attaccò Nobunaga. La sorte riserverà però, per lo stesso Uesugi una morte per emorragia celebrale nel marzo del 1578. Non avendo più alcun rivale sulla sua strada, Nobunaga entra a Kyoto e si proclama protettore dell’Imperatore e difensore degli Ashikaga. In un secondo momento, però, riesce a mettere sotto scacco l’intera capitale e questa mossa costringe lo Shogun a delegargli tutte le decisioni politiche. Viene così posta la base per la conquista definitiva di tutto il Giappone. Sedate le rivolte dei signori locali Nobunaga si trovava davanti a rivolte popolari guidate da monaci su grande scala. In pochi anni le resistenze vengono però abbattute. Portando avanti una visione cattolica, per appoggiare i portoghesi importatori di armi da fuoco, Nobunaga riesce a sconfiggere prima i monasteri di Hieizan e i loro tremila edifici, e l’anno successivo riduce in sottomissione le rivolte Ikko.
La potenza di Nobunaga è evidente e mai nessun signore feudale è arrivato dove è giunto lui in così poco tempo. La sua schiacciante supremazia militare costringerà lo Shogun a creare una coalizione anti-Nobunaga ma quest’ultima non sarà nient’altro che l’ultimo atto di uno Shogunato ormai al termine. Cacciando lo Shogun dalla capitale Nobunaga rimarrà di fatto unico padrone del paese nel 1573.
La residenza del più grande signore della guerra deve identificare il suo valore e il castello di Azuchi, con la sua architettura e la sua colorazione sgargiante, riuscirà al meglio nell’intento. Il 1577 segna l’inizio della fine per il riunificatore giapponese. In quell’anno inizia a muovere guerra contro i suoi più lontani rivali, i Mori (signori di un territorio corrispondente a circa dodici antiche province imperiali). Contro di loro verrà inviato il suo miglior generale, Toyotomi Hideyoshi. La campagna si rivelerà assai dura e, nel 1582, Hideoyoshi, impegnato col nemico a Takamatsu, chiederà rinforzi. Nobunaga decide di guidare di persona un contingente per sostenere Hideyoshi ma, lungo il tragitto, sosterà nel tempio Honnō-ji a Kyōto, dove, essendo al centro del suo dominio e ritenendosi al sicuro, si lascia scortare solo da pochi servitori e guardie di fiducia. Inaspettatamente, Akechi Mitsuhide, uno dei suoi generali, dispone i suoi uomini intorno al tempio in un tentativo di colpo di stato; dopo una schermaglia, Nobunaga e si ritira all’interno del tempio. Mitsuhide, applicando la stessa tecnica che Nobunaga aveva tante volte usato, appiccherà fuoco al tempio.
Non si sa cosa sia accaduto a Nobunaga nelle sue ultime ore di vita; probabilmente compì seppuku mentre il tempio bruciava. I suoi resti non furono mai ritrovati tra le macerie del tempio, dando adito a una vasta gamma di leggende popolari…